Cerimonia di inaugurazione

sabato 17/09/2011

ARCHIVIO STORICO COMUNALE (ex Convento San Lorenzo)
via De Renzi - Salerno (loc. Canalone)


Stefano Trapanese ed il suo dipinto

Clicca qui per il VIDEO della cerimonia di inaugurazione

   Alla presenza del Vicesindaco Eva Avossa, del Vicario arcivescovile mons. Claudio Raimondo, del giornalista nelle vesti di presentatore Paolo Romano, del critico d’arte dr. Marco Alfano e dell’autore del dipinto Stefano Trapanese. Sono inoltre presenti i modelli utilizzati per la composizione il dr. Felice Chiumiento ed il piccolo Daniele Giarletta. Presenziano, tra gli altri, gli Assessori Alfonso Buonaiuto, Ermanno Guerra, il consigliere Giovanni Coscia ed il Presidente di Salerno Energia Fernando Argentino. Presenti anche la stampa e i tanti amici ed ammiratori dell’artista. Paolo Romano introduce la cerimonia e parla di momento storico in quanto l’evento verrà documentato come tutti gli atti pubblici del Comune.

   Si tratta di una donazione di un dipinto del Maestro Stefano Trapanese titolato “San Matteo e l’Angelo”. Un’opera che si inserisce nel solco di una tradizione civica importante già tracciata da artisti quali i Tafuri, gli Avallone ed altri che nel tempo hanno voluto omaggiare, con le loro opere, la Civica Amministrazione.

Eva Avossa  


   Il Vicesindaco, Eva Avossa, si dice orgogliosa di ricevere, come rappresentante istituzionale, un dono così prestigioso. Un omaggio alla città ma anche al culto del Santo Patrono del quale i salernitani coltivano la devozione. Il dono arricchisce la Comunità tutta in quanto è risaputo quanto prestigio abbia già il Maestro Stefano Trapanese al quale augura una fulgida carriera. Rinnova il ringraziamento a nome di tutta l’Amministrazione e, ovviamente, a nome del Sindaco.

  



Don Claudio Raimondo   
   Mons. Claudio Raimondo porta i saluti ed i complimenti dell’Arcivescovo S.E. Mons. Moretti al Maestro Trapanese. Egli ricorda il feeling che scorre tra San Matteo ed i salernitani, cresciuti a latte, milza, maruzzelle ed il loro Santo. Ricorda poi i propri natali in via San Benedetto, nei pressi del Distretto Militare, e la sua fiera appartenenza al tessuto urbano della Salerno antica. Si sofferma quindi sull’opera e ne evidenzia l’aspetto della evangelizzazione cioè dell’annuncio “buono”. Matteo è stato un’evangelista in grado di costruire ed aggregare la Comunità intorno alla figura di Gesù Cristo. Matteo è in ascolto dell’Angelo, colui che annuncia, colui che porta notizie. Infine, prima di procedere con un “Padre Nostro” e la benedizione, augura al Maestro Trapanese che dalle sue opere possa trasparire il messaggio di bontà non solo artistica.

Paolo Romano

   Paolo Romano riprende la parola per mettere in risalto l’importanza di un santo come San Matteo che non è uno qualsiasi. Egli è uno dei 12 apostoli, è uno dei 4 evangelisti e quindi il cerchio si stringe attorno a quello che è considerati il Vangelo più ricco e completo. Tornando al dipinto dall’opera traspare anche la salernitanità di San Matteo che, seppur non salernitano di nascita, viene inserito nel contesto dell’altare centrale della chiesa di Sant’Apollonia, luogo dell’antica Salerno. La veste rossa, poi, rappresenta il simbolo della passione, del martirio del Santo. La candela accesa rappresenta lo Spirito Santo, la luce divina, che è anche il centro non geografico dell’opera. Il maestro Trapanese ha un altro pregio, quello di dipingere dal vero utilizzando modelli come avveniva nel seicento.

Marco Alfano
   Marco Alfano va a completare l’analisi critica del dipinto. Mette in risalto come questo sia il risultato più importante del Trapanese e iniziatorio di un nuovo percorso: l’idea che l’opera del Trapanese possa inserirsi in contesti pubblici. Mette poi l’accento sulla composizione veramente efficiace sia sulla partizione spaziale sia come ha risolto il problema del rapporto tra le due figure. La pittura non è solo ciò che è rappresentato nella realtà ma è la raffigurazione del pensiero dell’artista. Il quadro è stato concepito dal Trapanese per essere inserito in un contesto pubblico, difatti, originariamente pensato per essere collocato nella nuova Cottadella Giudiziaria di Salerno, trova la sua collocazione definitiva nel quadriportico del MuDiSa (Museo Diocesano San Matteo di Salerno). Infine il critico mette in risalto come quest’opera ha un valore aggiunto rispetto alle opere decorative. Essa non è un opera che tende a decorare, come spesso si ritrova nell’architettura contemporanea, ma è un’opera che unisce in se la capacità pittorica, artistica, ed il messaggio religioso.


  
ico_sorriso.jpg

   Ancora Paolo Romano sottolinea la presenza, nel volto di San Matteo, di un leggero sorriso ed evidenzia come il dipinto potrebbe anche titolarsi “Il sorriso di San Matteo”. Piace immaginare un Santo sorridente visto che sono rarissime le rappresentazioni analoghe nell’arte sacra.
   Stefano Trapanese



   Prende poi la parola Stefano Trapanese che spiega il motivo del tentativo di umanizzazione nell’immagine del Santo. Egli, rifacendosi al passato, ricorda quanto i dipinti nell’antichità abbiano fatto da tramite tra la comunità dei credenti e il messaggio evangelico. La rappresentazione pratica attraverso la semplice fruizione dell’immagine. L’artista si dice emozionato e commosso per questa cerimonia che è il suggello ad un percorso lavorativo durato 5 mesi. Passa poi ai ringraziamenti sia alle autorità civili che religiose, ai modelli utilizzati per il dipinto, agli amici e a tutti i presenti.